Oggi l’enogastronomia è un fattore di attrattiva per un pubblico ampio e diversificato, influenza le scelte e il comportamento dei turisti divenendo un vero e proprio driver di viaggio.

Cos’è il turismo enogastronomico?

Oggi l’enogastronomia è un fattore di attrattiva per un pubblico ampio e diversificato, influenza le scelte e il comportamento dei turisti divenendo un vero e proprio driver di viaggio.

Il suo ruolo nel turismo è cambiato nel tempo. La ragione è da ascriversi a una combinazione di fattori non strettamente legati al turismo, ma di portata più ampia.

L’enogastronomia è divenuta un elemento pervasivo della vita sociale, essendo sempre più considerata un modo per stare bene, divertirsi, sperimentare, stare in compagnia.

Ha assunto, parimenti, la valenza di strumento di trasformazione culturale e antropologica. Il cibo e il vino sono espressioni di un territorio, della gente che ci vive e delle sue tradizioni, oltre che elementi d’identificazione e di differenziazione rispetto alle altre culture. Infatti, conoscerne le origini, i processi e le modalità di produzione significa scoprire il territorio, le vicende storiche, artistiche e sociali, la vita delle persone del luogo.

In tal senso, il turismo enogastronomico è da considerarsi una forma di esperienza culturale. Racchiude una pluralità di esperienze, in cui il coinvolgimento dei sensi è qualificante e attraverso cui fruire del patrimonio culturale del luogo in modo attivo e coinvolgente, arricchendosi di valore nella condivisione. Non più il semplice acquisto di prodotti locali o il mangiare piatti tipici: il turismo enogastronomico comprende le visite ai luoghi di produzioni – quali aziende vitivinicole, birrifici, frantoi, caseifici, pastifici, etc. –, il recarsi in ristoranti gourmet e storici, l’acquisto di cibo presso food truck, la partecipazione a cooking classfood tour ed eventi a tema cibo, vino, birra, cioccolato, etc.

Le prime ricerche di mercato sul turismo enogastronomico sono state condotte negli Stati Uniti d’America e in Canada. Queste avevano già evidenziato come, in soli 5 anni, la platea di interessati era cresciuta in modo esponenziale: se nel 2007 il 17% dei turisti aveva partecipato a esperienze a tema enogastronomico nel corso dei viaggi, questo valore nel 2013 era salito al 77%.

Il primo studio internazionale sul turismo enogastronomico, condotto dalla World Food Travel Association nel 2016, indicava un ulteriore balzo in avanti: il 93% dei turisti di Australia, Cina, Francia, Germania, India, Irlanda, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti d’America aveva partecipato ad almeno un’esperienza enogastronomica nel corso dei più recenti viaggi. Il 2020 segna un punto di svolta: l’interesse si consolida ulteriormente, e l’enogastronomia assume un ruolo sempre più centrale nelle scelte dei viaggiatori stranieri. Il 71% dei turisti di Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Messico e Cina ha dichiarato di intraprendere un viaggio per vivere esperienze enogastronomiche memorabili, mentre il 59% che le esperienze a tema li aiutano a scegliere tra più destinazioni – secondo quanto pubblicato nel “Food Travel Monitor 2020” della World Food Travel Association.

Anche nel nostro Paese si è riscontrata una crescita così decisa, soprattutto negli ultimi anni, ben evidenziata nelle edizioni del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”. Basti pensare che, prima della pandemia, ben l’85% aveva fruito di cinque o più esperienze a tema, ad indicare di un forte desiderio di scoprire e sperimentare l’enogastronomia locale. E, nonostante l’elevato livello di partecipazione registrato, esisteva ancora una domanda inespressa che ravvisava l’esistenza di un mercato potenziale ancora da soddisfare. La differenza media tra esperienze fruite e desiderate si attestava intorno al 22%, più accentuata per alcune di esse – in particolare per le visite a fabbriche del cioccolato (54%), pastifici (39%) e viaggi enogastronomici di più giorni organizzati da un’agenzia (36%).

La pandemia non ha intaccato questo desiderio di scoprire e vivere l’enogastronomia locale, sebbene la conseguente crisi economica abbia pesato sul numero di esperienze fruite e sul potere di spesa. Sono cambiate soprattutto le modalità: secondo l’edizione 2021 del Rapporto, i turisti italiani sono diventati più consapevoli, attivi, esigenti, innovativi e attenti ai temi della sicurezza e della sostenibilità.

[fonte: Roberta Garibaldi, Wine-Food-Tourism]

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