Il turista enogastronomico è un turista che ha svolto almeno un viaggio con pernottamento con motivazione primaria l’enogastronomia.
Il turista enogastronomico è un turista che ha svolto almeno un viaggio con pernottamento con motivazione primaria l’enogastronomia. La partecipazione alle esperienze a tema non è un fattore discriminante per distinguere i viaggiatori, anche alla luce della crescente popolarità delle stesse. È il motivo del viaggio che differenza il turista enogastronomico e il turista generalista. Per il primo tali esperienze rappresenteranno il “centro” del viaggio; per il secondo, invece, saranno attività “accessorie” che andranno ad arricchire la vacanza.
A livello internazionale, secondo il “Food Travel Monitor 2020”, il 53% dei turisti aveva svolto almeno un viaggio con motivazione primaria l’enogastronomia nei due anni precedenti. Rispetto al 2016, questa motivazione rimane elevata nei Paesi occidentali (quali Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America) mentre cresce in quelli emergenti, con Cina e Messico che evidenziano un incremento nella percentuale di questi turisti pari a +12% e +10%.
In riferimento ai viaggiatori del Belpaese, le edizioni del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano indicano un aumento ancora più consistente: nel 2016 soltanto il 21% dei turisti italiani aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata a quest’ambito nei tre anni precedenti; negli anni successivi questa componente è salita al 30% (2018), al 45% (2019) e al 55% (2021), ad indicare la crescita costante del fenomeno.
Profilo e comportamento dei turisti enogastronomici
Il turista enogastronomico è un viaggiatore “onnivoro”: desidera vivere un insieme variegato di esperienze arricchenti e l’enogastronomia, già di per sé multisensoriale, emozionale e culturale, soddisfa al meglio questo suo bisogno.
Il recarsi in ristoranti per assaggiare piatti tipici è l’esperienza più diffusa e popolare, così come l’acquistare cibo presso un food truck e recarsi in ristoranti gourmet per scoprire le eccellenze della cucina. Grande interesse suscitano i luoghi di produzione – aziende vitivinicole, birrifici, frantoi, caseifici, pastifici, etc. – dove poter conoscere le origini, i processi e le modalità di produzione dell’enogastronomia locale, così come gli eventi tematici.
Sempre più spesso i turisti enogastronomici ricercano proposte integrate che abbinano l’enogastronomia con la cultura, il benessere, lo sport. Desiderano esperienze attive, come il vivere una giornata a contatto con i produttori locali, ad esempio, provando a produrre birra, partecipando alla vendemmia o alla raccolta delle olive. Momenti coinvolgenti e divertenti, ma anche occasioni per approfondire maggiormente la conoscenza della cultura enogastronomica locale.
Vogliono svolgere attività all’aria aperta, come passeggiate nei vigneti, negli uliveti secolari o nei luppoleti, e tour cicloturistici nei territori rurali così come in città alla scoperta delle botteghe storiche e/o luoghi di produzione. Ricercano attraverso il viaggio enogastronomico un migliore equilibrio psico-fisico, guardando con forte interesse attività di rilassamento – quali corsi di yoga o di pittura nei vigneti, uliveti, etc. – e trattamenti a base vino, birra ed olio e fruire di centri dedicati.
Una poliedricità di esperienze che consente loro di scoprire e vivere l’enogastronomia in tutte le sue sfaccettature.
[fonte: Roberta Garibaldi, Wine-Food-Tourism]